BASILICA DI SAN GAUDENZIO
La Basilica di San Gaudenzio fu innalzata dentro le cerchia
delle mura urbane, sull'area occupata precedentemente dalla Chiesa
di San Vincenzo, a partire dal 1577 su progetto dell'architetto
Pellegrino Pellegrini, detto il Tibaldi. I lavori procedettero però
molto lentamente perchè la città, oppressa dalle guerre e dal fiscalismo
spagnolo, non aveva fondi da dedicare alla fabbrica. Solo nella
seconda metà del secolo XVII si ebbe una ripresa economica e i lavori
furono riavviati.
All'interno della Basilica è di grande interesse artistico
la cappella della Natività, dove è conservato un monumentale politico
di Gaudenzio Ferrari datato tra il 1514 e il 1516.
Per la decorazione della chiesa, con pianta a croce latina,
furono chiamati i migliori pittori lombardi del tempo: dal Morazzone
per la cappella della Buona Morte (la prima a destra) a Tanzio da
Varallo per quella dedicata all' Angelo Custode (prima a sinistra).
Sulla basilica poggia la spettacolare cupola che domina la
città, alta 121 metri, realizzata da Alessandro Antonelli e completata
nel 1888. In vetta alla cupola venne issata la statua in rame dorato
del Salvatore, opera di Pietro Zucchi. Il campanile settecentesco
della basilica è opera di Benedetto Alfieri. Il corpo di San Gaudenzio,
patrono della città, festeggiato solennemente ogni anno il 22 gennaio,
è conservato nello scurolo nel transetto destro.
ABBAZIA DI SAN NAZZARO
Su una collinetta alla periferia sud-est della città, presso
il Colle della Vittoria in Viale Curtatone, accanto al cimitero,
vi è la chiesa con annesso convento di San Nazzaro della Costa.
La chiesa, costruita fra il 1441 e il 1470, venne in parte
ristrutturata in epoca successiva con consistenti lavori di ampliamento
e di rifacimento di un antico oratorio delle Clarisse, documentato
fin dal secolo XII.
Il nucleo originario venne ingrandito verso est con il maestoso
spazio del presbiterio, con la nuova abside rettangolare e, verso
nord, con le tre cappelle.
Successivamente si aggiunsero le cappelle di destra e si
aprirono le grandi finestre decorate dalle cornici in cotto.
All'interno della chiesa, con struttura ad aula unica scandita
da grandi archi trasversali e cappelle laterali, un'interessante
Crocifissione è affrescata nella zona absidale.
Di notevole rilievo l'Annunciazione, della fine del XV secolo
e attribuita al giovane pittore lombardo Bernardino Zenale, che
un recente restauro ha riportato alla luce sull'arco della seconda
cappella a destra.
BATTISTERO
Il Battistero è il monumento più antico di Novara, sorge di
fronte al Duomo, risale al IV-V secolo d.C. e vi si accede dall'ingresso
situato sotto i portici di Piazza della Repubblica.
E' un interessante edificio paleocristiano di grande valore
archeologico, a base ottagonale, all'interno del quale si alternano
cappelle rettangolari e semicircolari.
La facciata ha tre ingressi. All'interno, protetti da cristallo,
sono conservati i residui della primitiva piscina ottagonale battesimale,
il pozzo cilindrico, profondo circa 9 metri e ora secco, e il canaletto
di scarico.
La pavimentazione dell'interno, di cui sono rimasti resti
marginali, era a formelle quadrate, esagonali o triangolari di marmi
bianchi e grigio-scuri. La decorazione delle pareti interne era
tutta in mosaico a soggetto floreale. Molte tesserine sono state
reperite sparse tra il calcestruzzo del pavimento.
Grazie ai restauri iniziati nel 1959 sono stati scoperti preziosi
affreschi che illustrano scene dell'Apocalisse, probabilmente della
fine del X secolo, e del Giudizio Universale.
BROLETTO
Il Broletto, un interessantissimo complesso architettonico
posto di fronte al Duomo, è costituito da quattro edifici storici
sorti in epoche diverse con materiali ed elementi decorativi non
coerenti tra loro e disposti a quadrilatero attorno al cortile centrale.
Il palazzo del Comune, con un portico al piano terra sovrastato
da un ampio salone per le assemblee pubbliche, o Arengo, decorato
sulla facciata da un fregio pittorico con scene cavalleresche, risale
al XII secolo. Dello stesso periodo è il palazzo dei Paratici, al
quale nel corso del Settecento fu addossata una loggetta dalle linee
semplici ed essenziali.
Il palazzo del podestà e il palazzo dei Referendari, con decorazioni
in cotto alle finestre, datano invece tra la fine del XIV e l'inizio
del XV secolo.
Nel 1356 le truppe del marchese di Monferrato occuparono la
città. Gli abitanti del contado, forse convinti di eliminare in
quel modo tasse e balzelli, si impadronirono dei banchi dei notai
e degli archivi del Comune e distrussero tutti i documenti buttandoli
nel pozzo del cortile del Broletto.
Sorto su un'area pubblica, prima delimitata da siepi poi da
edifici, il Broletto, cuore pulsante della città, fu anche sede
delle carceri poi delle corporazioni artigiane e ospita oggi i Musei
Civici, con collezioni d'arte e reperti archeologici che riconducono
agli albori della storia novarese.
Fa parte della struttura museale anche la Galleria Giannoni,
in corso di restauro, una grande raccolta di opere pittoriche e
scultoree dell' Ottocento e del Novecento.
Il Broletto, che si trova nella zona centrale dell'antico
nucleo urbano, è facilmente raggiungibile sia per coloro che arrivano
a Novara con il treno, sia per quelli che utilizzano un mezzo proprio:
dista pochi minuti dalla stazione e nelle sue vicinanze vi sono
ampi parcheggi.
CANONICA
Alle spalle del duomo e del palazzo Vescovile il quadriportico
della Canonica raccoglie una ricca collezione di reperti di grande
interesse archeologico voluta nel 1813 dall'erudito Carlo Francesco
Frasconi che collocò sotto le arcate dei portici antichi monumenti
epigrafici del territorio novarese. Da segnalare una stele del I
secolo, un'iscrizione celtica del II secolo a.C. e il famoso Rilievo
della nave, bassorilievo in marmo che ricorda i primordi della Chiesa
novarese. Attualmente sono esposti all'esterno i calchi mentre gli
originali sono conservati al primo piano del lato nord del chiostro
nel nuovo Museo Lapidario.
Il quadriportico in epoca medioevale è stato anche sede di
tribunale. Sotto un olmo esistente nello spiazzo, erano affrontate
cause giudiziarie.
Durante il periodo della Repubblica Cisalpina e in quello
successivo del Regno Italico, la Canonica fu adibita a mercato nei
giorni di lunedì, giovedì e sabato.
Prima dell'arrivo in città delle truppe repubblicane francesi,
le due estremità del vicolo che dà accesso alla Canonica erano chiuse
di notte da due portoni.
Le autorità transalpine durante la loro permanenza a Novara
fecero togliere queste porte in modo che il passaggio rimanesse
libero e illuminarono con dei fanali il vicolo.
CASTELLO
Costruito nella struttura principale durante il dominio di
Galeazzo Visconti, verso la seconda metà del Trecento, il castello
sorge sull'area dove esisteva una fortificazione dugentesca.
A partire dal 1472 il castello, vera e propria piazzaforte
strategica della città, caratterizzato dalla Rocchetta e dai torrioni
angolari, fu interamente ristrutturato e assunse l'aspetto austero
e massiccio che ancora oggi conserva, nonostante il degrado del
tempo e l'utilizzo in tempi recenti come carcere.
Intorno al castello si distende il grande parco dell'Allea,
vero e proprio polmone verde della città, oggi attrezzato secondo
criteri attuali, ma che nel disegno e nella struttura, anche delle
piantumazioni, riporta alla tradizione dei grandi giardini del passato.
Di fronte al castello si affaccia sulla piazza dei Martiri
l'ottocentesco palazzo Orelli o del Mercato con l'elegante porticato
perimentale, tipico della Novara ottocentesca. All'interno è la
sala della Borsa.
La leggenda più celebre riguardante il Castello è quella dell'esistenza
di un cavallo d'oro massiccio. Si dice che il cavallo disegnato
da Leonardo da Vinci sia stato fabbricato in miniatura fondendo
oro per ordine di Ludovico il Moro, che fu catturato proprio nell'edificio.
La statua sarebbe stata nascosta nei sotterranei per essere
poi trasportata, ma nessuno ne seppe più nulla. Tra le tante leggende
sul sottosuolo cittadino vi è quella di una misteriosa galleria
sotto le attuali vie Cacciapiatti, Tadini e Perazzi e di una volta
in mattoni sotto corso Torino.
CHIESA DEL ROSARIO
Consacrata nel 1618, la chiesa di San Pietro al Rosario, nell'attuale
piazza Gramsci, ha un'unica navata sulla quale si aprono sei cappelle
assegnate in patronato ai consorzii artigiani cittadini e presenta
nel presbiterio un ciclo di particolare rilievo con Storie di San
Pietro Martire, dipinto da Givanni Mauro della Rovere detto il Fiammenghino
nel 1637 come ex voto della comunità civica novarese dopo la peste
del 1637.
La facciata è un semplice organismo a due ordini architettonici,
con frontoni spezzati e nicchie semicircolari nelle quali sono poste
le statue ottocentesche di San Pietro apostolo, San Pietro martire,
Papa Pio V e Sant'Amico, forse opera dell'Argenti.
Nella chiesa si conserva anche un gruppo marmoreo quattrocentesco
della Vergine con Bambino, appartenete alla romanica Santa Maria
di Ingalardo, preesistente alla costruzione barocca.
Nelle vicinanze vanno poi segnalate la chiesa di Ognissanti,
l'unica romanica (nominata fin dal 1124) superstite in città, con
edificio a tre navate, con campate e tiburio in stile romanico maturo,
e la mediovale casa Della Porta.
CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA DECOLLATO
L'edificio attuale, da quattro secoli sede della Confraternita
di San Giovanni Battista Decollato, fu costruito tra il 1635 e il
1643; la facciata fu completata nel 1657. Non si conosce il nome
del progettista, ma confronti e analisi con opere coeve lombarde
rivelano una forte influenza dell'architetto Francesco Maria Ricchino.
L'aula è ricca di opere d'arte tra cui due statue (Madonna
di Caravaggio e San Rocco) del '400, affreschi e tele di Giuseppe
Antonio Tosi detto il Cuzzio, Stefano Maria Legnani detto il Legnanino,
Giuseppe De Giorgi.
Di grande valore artistico sono gli stalli settecenteschi
della Cappella interna dei Confratelli o coro, su disegno del pittore
Pietro Francesco Prina. Di valore storico è inoltre l'archivio,
attualmente in fase di riordino, contenente pergamene e documenti
relativi all'antico diritto della Confraternita di assistere i condannati
a morte e di salvarne due, ogni anno, in occasione della festa di
San Giovanni.
Accanto alla Chiesa sorge il sepolcro dei giustiziati (secc.
XVI-XVII) trasformato nel 1920 in Cappella dedicata ai Caduti novaresi
nelle due guerre mondiali. Ulteriori informazioni nel sito della
confraternita di San Giovanni Battista Decollato.
IL DUOMO
L'attuale cattedrale neoclassica di Novara risale alla seconda
matà dell'Ottocento e fu costituita dell'Antonelli, che, secondo
un costume consolidato all'epoca, abbattè l'antico duomo romanico.
Della precedente cattedrale a tre navate, consacrata nel 1132,
resta il pregevole pavimanto in mosaico (XII sec.) del presbiterio
oltre ad alcuni arredi e pitture.
Di rilievo lo Sposalizio di Santa Caterina di Gaudenzio Ferrari
e dipinti di Bernardino Lanino e Callisto Piazza, mentre arazzi
fiamminghi del 1565-75 decorano la navata centrale.
Attigua all sacresta l'antica cappella di San Sirio, risalente
al XII sec., dove si popssono ammirare importanti affreschi.
Di fronte al duomo sorge il battistero paleocristiano a pianta
esagonale, che, risalendo al IV-V secolo, è il monumento più antico
di Novara ed è stato oggetto di un importante restauro. Da segnalare,poi,
nella piazza del Duomo (piazza della Repubblica), l'antico edificio
della Ministreria.
PALAZZO BELLINI
L'edificio si erge in via Negroni n. 12. Anticamente apparteneva
alla famiglia Tornielli, poi passò ai Bagliotti che lo fecero restaurare
nel 1680 e successivamente divenne proprietà della famiglia Bellini.
Dotato all'interno di un nobile quadriportico e di ricca decorazione
con stucchi e pitture, nel 1900 venne acquistato dalla Banca Popolare,
fondata a Novara nel 1871.
Dopo il completamento della facciata ad opera dell'architetto
Luigi Broggi di Milano, a partire dal 1905 divenne la sede centrale
della stessa banca.
Gli antichi e sontuosi ambienti, decorati dal pittore settecentesco
Antonio Pianca, furono destinati a funzioni di rappresentanza.
E' un palazzo storico: nel 1800 ospitò Napoleone Bonaparte;
la notte del 23 marzo 1849, dopo la battaglia di Novara, Carlo Alberto
firmò la sua abdicazione al trono prima dell'esilio e nel 1859 l'imperatore
Napoleone III vi soggiornò con il suo stato maggiore in attesa della
battaglia di Magenta.
PALAZZO BERTELLI O CASA DEL CORPO DI GUARDIA
L'edificio, eretto su progetto dell'architetto Abramo Aresi,
fu inaugurato il 4 novembre 1837, giorno dell'onomastico di Carlo
Alberto di Savoia.
Esso costituisce l'elegante definizione della zona ovest della
piazza del Duomo, su cui prospetta la facciata dai volumi compatti
e fortemente chiaroscurati dal porticato del piano terra e su cui
si innesta la fuga di portici del Duomo.
La gronda molto sporgente inquadra le linee sobrie delle tre
aperture che si appoggiano alla fascia marcapiano, sotto la quale
corre un fregio continuo decorato da trigli e metope.
Altri trofei decorano lo spazio libero fra le arcate ed accentuano
le variazioni chiaroscurali.
Superiormente, sotto la gronda, vi è il rilievo realizzato
da Gerolamo Rusca, che raffigura la pacificazione fra le fazioni
guelfe e ghibelline della città avvenuta nel 1310, voluta dall'imperatore
Enrico VII. La statua superiore, scolpita da Giuseppe Argenti raffigura
la città di Novara.
PALAZZO NATTA
Il Palazzo Natta Isola, attuale sede della Prefettura, risale
al secolo XVI ma venne ripreso nel secolo XVIII, alla fine del XIX
e nel XX, quando venne alzato di un piano e decorato dal Degiorgi.
Presenta i motivi di maggior suggestione nell'alta torre dalla struttura
in mattoni e nel cortile interno, dai caratteri cinquecenteschi,
arricchito da un portico architravato con fregio continuo, con colonne
doriche e finestre timpanate.
Secondo una curiosa ipotesi formulata dallo storico Amleto
Rizzi, la torre ha l'aspetto caratteristico di un deschetto da ciabattino.
La scelta architettonica sarebbe non casuale ma voluta, per celebrare
una delle corporazioni storiche novaresi.
Novara, fino ai primi decenni del Novecento, era detta "Città
dei Sciavatin" onorandosi di avere tra le sue più antiche istituzioni
l'Università dei Calzolai, vecchia di secoli, che nel corso della
storia giocò un ruolo importante nella vita politica, economica
ed assistenziale cittadina. Nel 1870 il Comune decise di trasportare
sulla torre l'orologio posizionato sul campanile della chiesa di
S. Carlo, che sorgeva di fronte al Municipio. Il campanile basso
non permetteva che i quadranti dell'orologio fossero visibili da
tutte le zone cittadine.
Vennero inoltre collocate anche due grosse campane, entrambe
distrutte nel 1941. A partire dal 1873, gli orologi cittadini erano
regolati, ogni mezzogiorno, su quello della Torre di Palazzo Natta.